Resistenza dell'uomo ignoto, dell'uomo piccolo. A tratti, nella storia, emerge l'anima popolare , quasi attratta dalla nostalgia per una terra lontana, ma promessa, una patria di giustizia da meritarsi anche con il sangue.[...]
Oggi. Le apparenze possono avere il colore fosco e contenere tanto timore sì da indurre a desiderare , o vagheggiare , che ritorni un qualsiasi tempo forte, da qualunque parte venga purché venga... ed è una perfida tentazione. La strada giusta non è quella di soffocare, ma di interpretare, poiché, per avventura, potrebbe anche essere la risonanza di un altro grido: ossia della affermazione evangelica che dichiara che la "fame e sete di giustizia" hanno da essere saziate!
E allora, oggi, su cosa e come resistere? Nella speranza. Il 24 aprile del 1945 (ndr. Biella è liberata già la sera del 24 aprile), nel Biellese, la Resistenza diventava speranza. Ora abbiamo da resistere contro la dispersione, la superficialità, il massimalismo tetro nel giudicare, quell'abitudine di dire male di tutto e sempre.
Speranza! E se qualcuno ti percuote , porgi anche l'altra guancia; chissà mai che sia per l'ultima volta che egli abbia in mente il gesto triste di percuotere la guancia del suo fratello.
Don Antonio Ferraris - Il Biellese - 22 aprile 1977